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Il Museo Arcivescovile di Ravenna nasce come collezione lapidaria in seguito alla demolizione dell’antica Basilica Ursiana.
Ingresso del Museo Arcivescovile di Ravenna
Ingresso del Museo Arcivescovile di Ravenna

Il Museo Arcivescovile di Ravenna nasce come collezione lapidaria in seguito alla demolizione dell’antica Basilica Ursiana.

Nell’opera Metropolitana di Ravenna è riportata un’ampia cronaca nella quale si racconta come furono rinvenute le lapidi e le iscrizioni che formarono il primo nucleo di questa raccolta museale:

«Allora, che disfar si volle la cadente fabbrica della basilica Orsiana, cominciossi dal pavimento. Listato era questo in molte parti di lunghe, e larghe lastre di marmo greco, le quali abbandonate alla discretezza dei muratori, altre intiere, altre in pezzi venivano levate dal suolo, e ammassate. Volle la buona sorte, e certamente possiamo così chiamarla, che a questo dissotterramento de’ marmi presente si trovasse l’eruditissimo Domenico Vandelli, matematico modenese, il quale per affari del suo Sovrano tratteneasi da que’ tempi in Ravenna. Osservò egli fortunatamente, che nel luogo, donde cavansi le lastre di marmo, rimaneva impresso di caratteri il sottoposto terreno. Se ne avvide appena l’uomo letteratissimo, che ne comprese il mistero, e subito parlatone all’architetto, acciocchè ai muratori ne incaricasse la cautela, e avvertitone l’Arcivescovo Farsetti, lo innamorò di quelle preziose antichità, quali esse si fossero, e facilmente lo persuase a salvarle. Tali erano in fatti. Moltissime di quelle lastre scolpite in se portavano varie iscrizioni, quali idolatre, e quali cristiane».

Così furono raccolte le iscrizioni per «formarne a pubblico benefizio un Museo».

Giovanni Gardini

https://www.ravennaedintorni.it/rd-blog/cartoline-da-ravenna/

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