Sant’Apollinare, martire della fine del II secolo, è stato il primo vescovo di Ravenna. Secondo la leggenda agiografica egli sarebbe originario di Antiochia, città che avrebbe lasciato, insieme all’apostolo Pietro, per recarsi a Roma; da lì l’apostolo lo avrebbe inviato a Ravenna ad annunciare il Vangelo tra i pagani. Fin dall’epoca antica la sua festa è celebrata il 23 luglio.
Un’antichissima tradizione attestava il suo martirio all’anno 74 poco dopo quello dell’apostolo Pietro, un dato che rimarcava il legame tra il protovescovo ravennate ed il vescovo di Roma. Ancora alla fine del XIX secolo era tramandata questa memoria tanto che nel 1874 la chiesa ravennate celebrò solennemente l’anniversario del XVIII° centenario del martirio di Sant’Apollinare.
Fu in quell’occasione che l’arcivescovo Mons. Vincenzo Moretti decise di trasferire parte delle reliquie del Santo vescovo, il capo e la mano destra, dalla Basilica di Classe al Duomo di Ravenna, dove ancor oggi si trovano, all’interno dell’altare maggiore. A ricordo di quest’anniversario l’allora parroco del Duomo, il canonico Gioacchino Bezzi, donò all’arcivescovo Moretti una sfarzosa pianeta rossa, il colore riservato ai martiri, riccamente decorata con ricami dorati: al centro è l’immagine del protovescovo, secondo un’iconografia ispirata al mosaico absidale di Classe nel quale egli è raffigurato orante con le braccia alzate e le mani rivolte al cielo, con il pallio e con l’abito adornato di numerose api d’oro.
Giovanni Gardini
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