All’interno della Cattedrale di Ravenna c’è un importante sarcofago datato alla prima metà del V secolo. Esso proviene dalla scomparsa chiesa di Sant’Agnese. Questo sarcofago è sempre stato apprezzato per la particolare iconografia della parte anteriore dove, disposti frontalmente tra due palme che incorniciano la scena, si ergono il Cristo benedicente con il rotolo chiuso nella mano sinistra e gli apostoli Pietro, con la croce, e Paolo, con il libro aperto, entrambi acclamanti.
Anche i lati corti presentano un’interessante decorazione tipica della prima arte cristiana.
Fino al 1950 nessuno aveva idea di come fosse la parte posteriore di questo sarcofago. Fu in quell’anno infatti che si decise di scostarlo dal muro della cappella del crocifisso dove era stato addossato per essere reimpiegato come altare e ci si accorse che presentava una singolare iconografia.
La composizione, realizzata con una minore accuratezza esecutiva rispetto agli altri lati, mostra al centro di un clipeo il monogramma costantiniano al quale sono affiancati pavoni e cipressi. Un breve ma intenso carteggio tra Corrado Capezzuoli, il Soprintendente di allora, e la Curia ravennate attesta come alto fosse l’interesse verso questo sarcofago. La Soprintendenza aveva anche suggerito una nuova collocazione all’interno del Duomo affinché non fosse più addossato alla parete della navata laterale, in modo che tutti i lati potessero essere visibili, oppure al Museo Arcivescovile ma, purtroppo, non se ne fece nulla.