Tutto lo sporco dei secoli

Le ventisei scene cristologiche della basilica di Sant’Apollinare Nuovo sono un vero e proprio capolavoro.
Incisione da G. Ciampini, Vetera Monimenta
Incisione da G. Ciampini, Vetera Monimenta

Le ventisei scene della basilica di Sant’Apollinare Nuovo sono un vero e proprio capolavoro. Commissionate da Teoderico, raffigurano episodi della vita di Cristo: le tredici scene a sinistra presentano miracoli e parabole del Signore, quelle a destra la sua passione e risurrezione. Proprio queste ultime rimasero per secoli ignorate a causa delle cattive condizioni di conservazione. Nel secondo volume di Vetera Monimenta, edito nel 1699, Giovanni Ciampini restituisce esclusivamente l’immagine dell’ultima cena, la prima del ciclo cristologico di destra, e ancora nel 1838 Ignazio Sarti lamentava che solo questo pannello era visibile. Si dovrà aspettare Liborio Salandri giunto a Ravenna nel 1844 – città nella quale peraltro morì due anni dopo cadendo da un’impalcatura nella Basilica stessa – per ammirare le scene cristologiche nella loro interezza. Giuseppe Gerola in un suo articolo su La tecnica dei restauri ai mosaici di Ravennaricostruisce la vicenda di questi lavori e ne offre una curiosa interpretazione:

«Il restauro di S. Apollinare Nuovo prende le mosse (…) dalla relazione stesa (…) dal prof. Ignazio Sarti (…). La relazione restò per qualche anno lettera morta (…). Venuto a Ravenna il Salandri e scoppiati nella cittadinanza vivi malumori per l’asportazione dei mosaici di S. Michele [in Africisco], fu tentato di distrarre l’opinione pubblica incaricando l’artefice di una fortunata pulitura che rimise in vista i quadretti della passione».

Immagine tratta da G. Ciampini, Vetera Monimenta

Giovanni Gardini

https://www.ravennaedintorni.it/rd-blog/cartoline-da-ravenna/

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