Sulla sommità del tetto della Basilica di San Vitale svetta una bellissima croce bronzea. Essa è copia dell’originale custodita presso il Museo Nazionale di Ravenna. Gaetano Savini, nelle Memorie Illustrate di Ravenna, ricorda che la
«Sovrintendenza dei monumenti, auspice Corrado Ricci che ne è l’anima, allo scopo (s’intende) di radunare nel nuovo museo di S. Vitale oggetti antichi di grande importanza, nei giorni 7 ed 8 dicembre del 1910 fece levare dalla cupola della Chiesa di San Vitale la croce bizantina di bronzo, la quale è sormontata da un gallo di rame dorato. Della croce ne è stata fatta una simile, pure in bronzo, fusa nella fonderia dei fratelli Rosetti di Ravenna». Riportando queste scarne notizie egli non tralascia qualche nota polemica: a suo avviso, infatti, non era necessario rimuoverla e sostituirla perché «la croce originale è stata altra volta riparata, però, con un altro rinforzo, avrebbe ancora potuto per vari secoli occupare il suo posto primitivo».
Quando l’antica croce fu portata nel Museo, il gallo di rame dorato che era stato aggiunto dai monaci di San Vitale, simbolo di vigilanza e di risurrezione, fu ricollocato sulla sua copia. Composto da due metà unite e vuoto all’interno, ruota secondo lo spirare del vento. La curiosità è che su di esso sono ben visibili alcuni fori di pallottole: Savini ne ricorda solo uno e racconta che fu «causato da una palla di fucile che gli venne tirata (…) da una casa vicina».
Giovanni Gardini
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