GIOVANNI GARDINI
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Pietro Crisologo, vescovo di Ravenna

Pietro Crisologo, vescovo e dottore della Chiesa, è stato un gigante nella storia culturale e spirituale della Ravenna del V secolo.
Pietro Crisologo
Felice Giani, Pietro Crisologo, Museo Arcivescovile di Ravenna
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All’interno delle sale del Museo Arcivescovile sono conservati materiali lapidei, pittorici, liturgici che permetto di evocare diverse figure di vescovi ravennati dai tempi antichi fino all’epoca moderna.

La prima figura che incontriamo è quella di Pietro Crisologo vescovo dal 426 al 450. Leggiamo nel Liber Pontificalis: “Pietro era bello in volto e piacevole d’aspetto. Nessun vescovo precedente fu simile a lio in sapienza e anche dopo di lui non ne sorse uno simile. Compose molti volumi e come una fonte irrigua emanava ogni giorno in lui la sapienza divina; per la sua eloquenza quindi la chiesa lo chiamò “Crisologo”, e cioè “oratore aureo”.

Una tela di Felice Giani (1758-1823), tra i massimi esponenti del neoclassicismo, posta nella sala della pinacoteca, racconta come avvenne la scelta di Pietro, diacono della chiesa di Imola, per la cattedra episcopale ravennate.

Il Liber pontificalis ecclesie ravennatis, documento importantissimo del IX secolo scritto dal sacerdote Andrea Agnello, è un testo che raccoglie le Vite dei vescovi di Ravenna da Apollinare fino al secolo in cui fu redatto il pontificale. Nella Vita del Crisologo, Andrea Agnello, racconta, in forma agiografica, come avvenne la scelta di Pietro come vescovo della chiesa ravennate. Il Pontefice Sisto III, in sogno, avrebbe visto San Pietro e Sant’Apollinare i quali gli avrebbero chiesto di eleggere come vescovo il diacono imolese Pietro Crisologo: “Durante la notte al santo Sisto, vescovo di Roma, apparve in visione il beato apostolo Pietro, clavigero di Cristo, insieme col suo discepolo Apollinare e in mezzo a loro stava il beato Pietro Crisologo; avvicinandosi un poco il beato apostolo Pietro disse al santo papa Sisto: “Osserva l’uomo che sta in mezzo a noi e che noi abbiamo eletto: consacra questo e non un altro”. Perciò il papa, destatosi, subito di buon mattino ordinò che fosse introdotta tutta la gente con l’uomo che doveva essere consacrato” (traduzione a cura di Mario Piepaoli).

Sisto III è raffigurato seduto sulla cattedra episcopale, dove ha la visione di Pietro che gli compare tra le nubi e gli indica il giovane inginocchiato ai suoi piedi mentre Sant’Apollinare posa la mano  destra sulla spalla del Crisologo a conferma delle parole di Pietro.

Di Pietro Crisologo vescovo e Dottore della Chiesa, ci sono pervenuti numerosi sermoni, pubblicati, in edizione critica, nel 1996 da Città Nuova. Questi scritti sono per noi una testimonianza preziosissima per la fede che trasmettono e, al tempo stesso, per la storia della chiesa e della città di Ravenna.

Il Sermone 128, pronunciato in occasione della festa liturgica di Sant’Apollinare, è una delle testimonianze più antiche del culto del protovescovo ravennate.

San Pietro Crisologo, Sermone 128: Il martirio di Sant’Apollinare

“Il beato Apollinare, che fu il primo vescovo, fu anche l’unico che adornò questa Chiesa locale con l’eccelso nome del martirio. Giustamente Apollinare, poiché secondo il comando del suo Dio qui perdette la sua anima per conquistarla nella vita eterna. Beato, poiché compì la corsa, mantenne la fede, così da essere trovato veramente primo sul posto per chi gli credeva. E nessuno, vedendo che egli per volere di Dio si è assoggettato ad una lotta quotidiana e molteplice, lo ritenga in quanto confessore inferiore ai martiri. Ascolta la parola di Paolo: Muoio ogni giorno. E’ troppo poco che muoia una sola volta colui che può spesso riportare sui nemici una vittoria gloriosa per il proprio re. Non tanto la morte, quanto la fede e la devozione fanno il martire: e come è prova di valore soccombere in battaglia, in uno scontro per amore del proprio re, così è indizio di virtù perfetta sostenere a lungo e portare a compimento le lotte. Fu provato martire non perché l’astuto nemico gli inflisse la morte, ma perché non riuscì ad estorcegli la fede; lanciò i dardi che potè e ricorse a tutti i generi delle sue armi, ma tuttavia non riuscì a smuovere quel fortissimo condottiero o a macchiarne la costanza. E’ di grande importanza, fratelli, disprezzare per il Signore la vita presente, se è necessario, ma è glorioso anche vivendo spregiare il mondo e calpestarlo con il suo principe.

Cristo andava in fretta incontro al suo martire, il martire andava in fretta incontro al suo Re. Abbiamo detto bene “andava in fretta”, secondo il detto del profeta: Levati per venirmi incontro e vedi. Ma perché la santa Chiesa per il suo bene facesse fronte al suo assalitore, di slancio andò incontro a Cristo sia per riservarsi con la vittoria la corona della giustizia, sia per concedersi la presenza di chi avrebbe combattuto per lui in tempo di guerra. Il confessore versava spesso il proprio sangue e dava testimonianza al suo Creatore con le sue ferite  e con la fede del suo animo. Guardando al cielo, disprezzava carne e terra. Tuttavia, la ancor povera infanzia della Chiesa vinse e resistette, e ottenne che il martire dovesse differire l’attuazione del proprio desiderio. Dico l’infanzia, fratelli, che ottiene sempre tutto; che si adopera più con le lacrime che con le proprie forze. Infatti, il volto sudato dei valorosi non può tanto quanto le lacrime dei bimbi, perché la sono infranti i corpi, qui i cuori; là a fatica si mettono in moto i giudizi della mente, qui tutto l’affetto si piega condiscendente.

Che dire di più, fratelli? Si adoperò la santa madre Chiesa, si adoperò per non essere mai separata dal proprio vescovo. Ecco, è vivo, ecco, come il buon pastore fa sorveglianza in mezzo al suo gregge, e non è mai separato nello spirito colui che nel corpo per un certo tempo ci ha preceduti. Ci ha preceduti, dico, con l’apparenza esteriore, del resto la stessa dimora del suo corpo riposa tra noi. Fu spento il diavolo, il persecutore giacque a terra; ecco, regna e vive colui che desiderava essere ucciso per il suo Sovrano”.

Le quattro grandi tele neoclassiche dell’abside della Cattedrale di Ravenna

L’abside della Cattedrale di Ravenna presenta quattro grandi tele neoclassiche. Esse sono il frutto della colta committenza di Antonio Codronchi, arcivescovo di Ravenna dal 1785 al 1826. Egli incaricò quattro importanti artisti del tempo per la realizzazione di pitture che celebrassero la chiesa ravennate nella figura di quattro importanti vescovi (per la storia dei dipinti cf. G. Viroli, I dipinti d’altare della Diocesi di Ravenna, 1991, pp. 82-89).

I quattro quadri, di notevoli dimensioni (ciascun quadro misura circa cm 450 x 300), vennero inaugurati la domenica delle Palme del 1821: rappresentano i santi vescovi ravennati Apollinare, Severo, Orso e Pietro Crisologo.

L’iconografia di quest’abside richiama alla mente, per analogia, quella di Sant’Apollinare in Classe dove sempre quattro arcivescovi – Severo, Ecclesio, Orso, Ursicino -, in comunione con Sant’Apollinare raffigurato nel catino absidale, sono presentati negli abiti liturgici loro propri.

Potremmo leggere la scelta di raffigurare i vescovi dell’abside come una volontà precisa di porre in evidenza la successione apostolica che lega i vescovi tra loro. Inoltre la presenza della sede episcopale, posta in posizione centrale all’interno del coro absidale, mette in stretto contatto il vescovo celebrante con i suoi predecessori ad indicare una comunione tra la chiesa celeste e  quella terrestre.

L’iconografia scelta da Codronchi per le tele del Duomo rimanda a momenti paradigmatici della vita dei vescovi raffigurati: San Pier Crisologo moribondo presso l’altare di San Cassiano in Imola (di Pietro Benvenuti, 1769-1844); Sant’Orso che consacra la basilica da lui costruita (di Vincenzo Camuccini, 1771-1844); San Severo che scende al sepolcro della moglie (di Gioacchino Giuseppe Serangeli, 1768-1852); Sant’Apollinare che fa precipitare il tempio di Apollo (di Giuseppe Collignon, 1778-1863).

La tela raffigurante San Pietro Crisologo presenta la morte dell’arcivescovo secondo quanto raccontato nel Liber Pontificalis: “In seguito questo beatissimo Pietro capì in ispirito che era arrivata la fine della sua vita. Si secò nella chiesa corneliense [imolese], entrò nella basilica di S. Cassiano, offrì dei doni e cioè un cratere d’oro, una patera argentea e dei grandi diademi d’oro ornati di preziosissime gemme. Con tutti questi toccò il corpo di San Cassiano e poi li depose sull’altare di quella chiesa. Poi stando sul basamento vicino all’altare, a braccia allargate benedisse tutto il popolo e i sacerdoti e pregò dicendo: “Tu, Signore Dio, mettesti l’anima in questo corpo; tu ora misericordioso riprendila, perché io sono tua creatura. Non mi venga incontro il perfido diavolo, ma l’angelo tuo santo l’accolga e tu ordina che la ponga in seno ai patriarchi, dove permane la luce e c’è gaudio immenso. E ora, Signore, faccio confessione di fede in te con le labbra e col cuore; tu che hai tutto creato dal nulla, che solo conosci il passato, il presente e il futuro, dona a questo popolo un cuore docile, perché ti temano e riconoscano che tu sei Dio su nel cielo e giù in terra, che per mezzo del tuo santo Figlio hai recuperato la salvezza di tutto il genere umano, in cui crediamo come Dio e signore degli angeli, che sei benedetto nei secoli dei secoli (…). E al popolo che piangeva disse: “Figli carissimi, ascoltatemi. Io me ne vado e mi avvio per la strada dell’universo dove è la casa di ogni vivente. Adesso, figli, consolatevi e siate uomini saggi (…). La benedizione del Signore Dio onnipotente sia su di voi e sui vostri figli di generazione in generazione, ora e sempre nei secoli dei secoli”.

Quando tutti ebbero risposto “Amen”, rivolto all’altare di San Cassiano disse: “Ti prego, beato Cassiano, intercedi per me! Io sono stato quasi uno di casa tua, allevato nel grembo di questa chiesa da Cornelio, vescovo di questa sede. Tornato a te, affido ora l’anima mia a Dio onnipotente, a te raccomando il mio corpo. Mentre diceva queste e altre simili parole, come eruttando, esalò lo spirito tutto lieto mentre i presenti piangevano, il giorno 3 dicembre. I muratori rapidamente apprestarono il sepolcro dietro alla chiesa stessa, nel luogo dove egli aveva ordinato e li fu accolto il suo santo corpo, che vi rimane fino ai nostri giorni” (traduzione a cura di Mario Piepaoli).

Alessandro Cappi, futuro segretario della Provinciale Accademia di Belle Arti di Ravenna, scrisse un commento in occasione dell’inaugurazione delle tele dell’abside e a proposito del dipinto del Crisologo ebbe a dire: “Il valido nostro Pittore ha posto l’Arcivescovo nel Sotterraneo del Tempio della Chiesa Imolese di S. Cassiano sovra l’ultimo scaglione dell’Altare, ch’è dipinto in fianco alla sinistra del quadro. Vedi sul medesimo l’urna contenente le ceneri le ceneri del martire Cassiano. Vedi Crisologo che colpito alla morte cadendo all’indietro è sostenuto sotto le ascelle da un Prete, che gli guardale spalle: un altro Prete pallido pel dolore tenta di soccorrerlo gittandosi colle mani alle piegate ginocchia. Giù dai gradi dell’Altare a mancina del quadro vi ha un Senatore che ci volta le reni, e tenendo il ginocchio diritto a terra, e l’altro levato, preso da meraviglia è in atto di rizzarsi. Vicino scorgi un fanciullo levare l’attonito viso ad una figura spaventata, che lo tiene tra le ginocchia, colla quale ha voluto immaginare il Pittore un personaggio ragguardevole della città. Nel fianco dell’Altare sono due Chierichetti graziosissimi in veste cerulea, il primo de’ quali tiene un piattello con sopra due ampolle guardando attentamente il Santo, il secondo invano spande le braccia. Stà a destra del quadro un Vecchione venerando in piedi pieno di meraviglia. Queste diremo le principali figure. Nello indietro vi è una Donna che guarda attentamente il suo Arcivescovo, un’Uomo, il di cui ufficio vedesi essere stato quello di portare la Croce: ma in quest’ora lasciatasela cadere nel petto alza le mani, e un Vecchio dolente di tanta sciagura. Più addentro, e da lunghe fra le colonne si vedono tre addolorate Donne. Dall’alto scendono due Angeli preceduti da una striscia di luce, uno de’ quali pare ardentemente chiami quella sant’Anima al Paradiso, l’altro che gli voglia far dono di una verde corona”.

Giovanni Gardini

Tags:Duomo di Ravenna, Felice Giani, Pietro Crisologo, Ravenna

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Il sarcofago dei… 12 apostoli

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Bellissimo è il sarcofago dei 12 apostoli nella Basilica di Sant’Apollinare in Classe

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giovanni.gardini

Direttore Raccolta Lercaro a Bologna | Direttore Museo e Biblioteca diocesani di Faenza

Post su Instagram 18057679433066043 Post su Instagram 18057679433066043
PAESAGGI IN MUSICA - CONCERTO AL MUSEO 📆 Giov PAESAGGI IN MUSICA - CONCERTO AL MUSEO

📆 Giovedì 10 luglio ore 21.00
🎼 Concerto a cura di Emilia-Romagna Festival - Donato D’Antonio, chitarra.

🖼️ Un’imperdibile serata di musica nel suggestivo spazio del Museo in occasione della mostra William Congdon. Paesaggio come misura del corpo.
🎶 Un viaggio nell’arte, accompagnati dalle musiche di Bach, Paganini, Granados, Tan Dun.

👉 Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti; non è prevista prenotazione.

☀️ L’evento fa parte di Bologna Estate 2025, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna - Territorio Turistico Bologna-Modena.
ULTIMI POSTI ‼️ CERCO IL TUO VOLTO - IL VOLTO ULTIMI POSTI ‼️ CERCO IL TUO VOLTO - IL VOLTO DI CRISTO NELL’ARTE

📆 Monastero di Camaldoli (AR) - Da venerdì 27 giugno a domenica 28 giugno

Torna al Monastero di Camaldoli la serie di incontri Bibbia e Arte.

Un’esperienza imperdibile di dialogo tra il mondo artistico e religioso nel suggestivo contesto del monastero benedettino.
Tre giorni di incontri per approfondire l’immagine del Volto di Cristo in un viaggio che parte dall’arte paleocristiana e arriva fino al Novecento, un progetto a cura di Matteo Ferrari OSB e Giovanni Gardini.

🌌 Sabato 28 giugno sarà, inoltre, inaugurata la mostra La casa della Via Lattea del duo artistico Antonello Ghezzi, un’esposizione itinerante incentrata sulla pace e sulla speranza.

ℹ️ Per prenotazioni e informazioni
Foresteria del Monastero, Camaldoli (Ar)
tel. 0575 556013
foresteria@camaldoli.it

🤝 Un progetto in collaborazione con
Museo d’Arte Cardinale Giacomo Lercaro Bologna e Museo Diocesano di Faenza
con il Patrocinio di AMEI, Associazione Nazionale Musei Ecclesiastici Italiani, ISSR A. Marvelli di Rimini, Rabisch Associazione di promozione culturale
𝙈𝙐𝙎𝙄𝘾𝘼 𝙀 𝙎𝙋𝙄𝙍𝙄 𝙈𝙐𝙎𝙄𝘾𝘼 𝙀 𝙎𝙋𝙄𝙍𝙄𝙏𝙊 - 𝙋𝙍𝙀𝙎𝙀𝙉𝙏𝙄𝘼𝙈𝙊 𝙈𝘼𝙏𝙀𝙍 🎼
📆 𝗩𝗲𝗻𝗲𝗿𝗱𝗶̀  𝟮𝟬 𝗴𝗶𝘂𝗴𝗻𝗼, 𝗼𝗿𝗲 𝟮𝟭.𝟬𝟬

Vi aspettiamo per il Gran finale del progetto artistico Mater!

🎊 Venerdì 20 giugno alle 21.00 presenteremo la monumentale maternità realizzata da Filippo Zoli in una serata speciale. 
🤲 Nel suggestivo spazio di Santa Maria dell’Angelo vivremo un momento unico con il concerto Musica e Spirito diretto da Martina Drudi insieme al Coro e Orchestra della Cappella Musicale della Basilica di San Francesco di Ravenna e al Coro Jubilate di Faenza.

Un evento da non perdere per la nostra comunità!

👉 Ingresso libero
📍 𝗣𝗿𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗹𝗼 𝘀𝗽𝗮𝘇𝗶𝗼 𝗲𝘀𝗽𝗼𝘀𝗶𝘁𝗶𝘃𝗼 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝗻𝘁𝗮 𝗠𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗔𝗻𝗴𝗲𝗹𝗼, via S. Maria dell’Angelo, Faenza
Visita guidata alla collezione permanente 🎨
📆  Venerdì 12 giugno alle ore 17.00

Tornano le nostre visite guidate!
Un percorso che intreccia arte antica, moderna e contemporanea tra i capolavori della nostra collezione.

👉 Visita ad aggregazione libera: ritrovo in Museo qualche minuto prima dell’inizio

☀️ L’evento fa parte di Bologna Estate 2025, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna - Territorio Turistico Bologna-Modena.
PAROLE D’ARTISTA - WILLIAM CONGDON Giovedì 12 g PAROLE D’ARTISTA - WILLIAM CONGDON
Giovedì 12 giugno alle 18.00

Arriva un appuntamento artistico imperdibile dedicato alla mostra 𝙒𝙞𝙡𝙡𝙞𝙖𝙢 𝘾𝙤𝙣𝙜𝙙𝙤𝙣 - 𝙋𝙖𝙚𝙨𝙖𝙜𝙜𝙞𝙤 𝙘𝙤𝙢𝙚 𝙢𝙞𝙨𝙪𝙧𝙖 𝙙𝙚𝙡 𝙘𝙤𝙧𝙥𝙤, un dialogo tra i curatori 𝗣𝗮𝘀𝗾𝘂𝗮𝗹𝗲 𝗙𝗮𝗺𝗲𝗹𝗶 e 𝗚𝗶𝗼𝘃𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗚𝗮𝗿𝗱𝗶𝗻𝗶 e 𝗥𝗼𝗱𝗼𝗹𝗳𝗼 𝗕𝗮𝗹𝘇𝗮𝗿𝗼𝘁𝘁𝗶 e 𝗚𝗶𝗼𝗿𝗴𝗶𝗼 𝗚𝗮𝗻𝗱𝗼𝗹𝗳𝗶 della Fondazione Congdon.

Letture di testi di Giovanni Testori su Congdon a cura di 𝗥𝗼𝗯𝗲𝗿𝘁𝗼 𝗠𝗮𝗴𝗻𝗮𝗻𝗶, attore del Teatro delle Albe.

La mostra esplora il rapporto tra 𝗽𝗮𝗲𝘀𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 e 𝗮𝘀𝘁𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 del grande maestro americano 𝗪𝗶𝗹𝗹𝗶𝗮𝗺 𝗖𝗼𝗻𝗴𝗱𝗼𝗻, con oltre 𝟮𝟱 𝗼𝗽𝗲𝗿𝗲 𝘀𝘁𝗿𝗮𝗼𝗿𝗱𝗶𝗻𝗮𝗿𝗶𝗲 nelle quali l’artista arriva a un visione essenziale e carica di significato.
Il simbolo della Croce diventa struttura spaziale e sublimazione dell’uomo nei campi della Pianura Padana.

Un appuntamento nato con il 𝗖𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗖𝘂𝗹𝘁𝘂𝗿𝗮𝗹𝗲 𝗘𝗻𝗿𝗶𝗰𝗼 𝗠𝗮𝗻𝗳𝗿𝗲𝗱𝗶𝗻𝗶. La mostra è stata realizzata in collaborazione con 𝗧𝗵𝗲 𝗪𝗶𝗹𝗹𝗶𝗮𝗺 𝗚. 𝗖𝗼𝗻𝗴𝗱𝗼𝗻 𝗙𝗼𝘂𝗻𝗱𝗮𝘁𝗶𝗼𝗻, il 𝗠𝘂𝘀𝗲𝗼 𝗗𝗶𝗼𝗰𝗲𝘀𝗮𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗠𝗶𝗹𝗮𝗻𝗼 e la 𝗚𝗮𝗹𝗹𝗲𝗿𝗶𝗮 𝗱’𝗔𝗿𝘁𝗲 𝗖𝗼𝗻𝘁𝗲𝗺𝗽𝗼𝗿𝗮𝗻𝗲𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗣𝗿𝗼 𝗖𝗶𝘃𝗶𝘁𝗮𝘁𝗲 𝗖𝗵𝗿𝗶𝘀𝘁𝗶𝗮𝗻𝗮 𝗱𝗶 𝗔𝘀𝘀𝗶𝘀𝗶.

La mostra fa parte di Bologna Estate 2025, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna - Territorio Turistico Bologna-Modena.

Museo d’arte Lercaro, via Riva di Reno 57, Bologna
Visita guidata alla collezione permanente 🎨
📆 Oggi Venerdì 6 giugno alle ore 17.00

Alla scoperta delle meraviglie del Museo Lercaro. Un invito speciale per curiosi e appassionati d’arte! 

🖼️ Il Museo Lercaro vi invita in un viaggio affascinante attraverso la sua collezione permanente: un percorso che intreccia arte antica, moderna e contemporanea tra i capolavori in mostra.

🔍 La visita è pensata per chi è desideroso di approfondire, osservare e lasciarsi ispirare da uno sguardo nuovo sul patrimonio del museo.

👉 Visita ad aggregazione libera: ritrovo in Museo qualche minuto prima dell’inizio

☀️ L’evento fa parte di Bologna Estate 2025, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna - Territorio Turistico Bologna-Modena.
PAROLE D’ARTISTA MIA MADRE SUPERNOVA (I will ar PAROLE D’ARTISTA
MIA MADRE SUPERNOVA (I will arise and go now)

🎨 Tornano gli appuntamenti di Parole d’Artista: occasioni di dialogo tra professionisti e appassionati d’arte. Un incontro dedicato alla mostra  MIA MADRE SUPERNOVA, doppia personale di Raniero Bittante e Massimiliano Fabbri a cura di Serena Simoni.

🤝 Un’occasione speciale che metterà in dialogo gli artisti e la curatrice con Daniela Dalla, Responsabile U.O. Educazione, Mediazione, Accessibilità e Partecipazione - Settore Musei Civici Bologna.

🤲 Parleremo di questo progetto difficile e coraggioso che affronta uno dei temi più complessi della nostra società: la decadenza dei corpi e la perdita dell’identità raccontate attraverso la storia familiare.

Ti aspettiamo! 

📆 Appuntamento: Giovedì 5 giugno ore 18.00

📍 Museo d’arte Lercaro, Via Riva di Reno 57, Bologna
IL PROFUMO DELLA TERRA Visita guidata olfattiva al IL PROFUMO DELLA TERRA
Visita guidata olfattiva alla mostra “William Congdon. Paesaggio come misura del corpo”

📆 Giovedì 29 maggio ore 18.00

🎨 Si può vivere l’arte in tanti modi e quest’anno, in occasione di Bologna Estate, il Museo Lercaro propone una speciale visita guidata olfattiva all’insegna dei profumi legati ai soggetti rappresentati nelle opere di William Congdon.

🌳 Quante sfumature ha l’odore della terra? E l’erba che la ricopre? Si può annusare la neve e, sotto la sua coltre, percepire già la fragranza delle viole che fioriranno a marzo?

🔍 Accompagnati da queste e altre domande, i partecipanti saranno guidati alla scoperta non solo delle immagini che Congdon ha sintetizzato in forme e colori, ma anche delle percezioni olfattive che hanno accompagnato quella visione trasformandola in esperienza sensoriale.

👉 Prenotazione obbligatoria scrivendo a:
didattica@raccoltalercaro.it
MIA MADRE SUPERNOVA (I will arise and go now) Giov MIA MADRE SUPERNOVA (I will arise and go now)
Giovedì 22 maggio, ore 18.00 si inaugura!

Mia madre supernova (I will arise and go now) - una doppia personale di Raniero Bittante e Massimiliano Fabbri a cura di Serena Simoni, un progetto che presenta opere dedicate a uno dei grandi rimossi del contemporaneo ovvero la decadenza dei corpi e la perdita dell’identità: i due artisti, accomunati da una storia familiare simile - prendersi cura di madri affette da Alzheimer e Parkinson - affrontano l’incomunicabile in una mostra difficile e coraggiosa.

La mostra mette in luce l’esperienza della malattia ma indaga anche l’aspetto relazionale fra la persona malata e chi accudisce acuendo i tempi dell’osservazione, la ricerca retrospettiva interiore, la prossimità di affetti e di corpi, la reciprocità che dà contorno all’io e all’altro. In questi casi, la cura dei corpi è stata affidata a uomini, figli maschi, la cui esperienza indica con decisione una grande svolta dell’immaginario sociale che ha sempre delegato queste attitudini e disposizioni alle donne, quasi per natura.
APRE LA NUOVA MOSTRA DELLA LERCARO: MIA MADRE SUP APRE LA NUOVA MOSTRA DELLA LERCARO: 
MIA MADRE SUPERNOVA (I will arise and go now)

Siamo felici di invitarti alla nostra prossima imperdibile inaugurazione, una nuova dimensione per la Project Room.

La mostra è una una doppia personale di Raniero Bittante e Massimiliano Fabbri e affronta uno dei temi più complessi della nostra società: la decadenza dei corpi e la perdita dell’identità.

I due artisti, accomunati da una storia familiare simile – prendersi cura di madri affette da Alzheimer e Parkinson – raccontano questa esperienza in un progetto difficile e coraggioso. 

Ti aspettiamo per scoprirlo.

📆 Inaugurazione: Giovedì 22 maggio ore 18.00

🎨 Una mostra a cura di Serena Simoni
📍 Museo d’arte Lercaro, Via Riva di Reno 57, Bologna
MATER II ATTO sabato 17 ore 11-12 Prosegue 𝗠 MATER II ATTO 
sabato 17 ore 11-12 

Prosegue 𝗠𝗔𝗧𝗘𝗥 di 𝗙𝗜𝗟𝗜𝗣𝗣𝗢 𝗭𝗢𝗟𝗜 a cura di Giovanni Gardini.
Un 𝗽𝗿𝗼𝗴𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗮𝗿𝘁𝗶𝘀𝘁𝗶𝗰𝗼 𝗽𝗼𝘁𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗲 𝗶𝗺𝗺𝗲𝗿𝘀𝗶𝘃𝗼 che intreccia performance visiva e musica dal vivo: sotto i nostri occhi nascerà il monumentale dipinto della Maternità.
Non perderti questo 𝗰𝗶𝗰𝗹𝗼 𝗱𝗶 𝗲𝘃𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝘂𝗻𝗶𝘀𝗰𝗲 𝗰𝗼𝗿𝗽𝗼, 𝘀𝘂𝗼𝗻𝗼 𝗲 𝘀𝗽𝗶𝗿𝗶𝘁𝗼, in collaborazione con i docenti della Scuola di musica Sarti Faenza e con l’Associazione Fattorini.

▪️ 𝟭𝟳 𝗺𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝟮𝟬𝟮𝟱, ore 11–12 con Innocenzo Oliva, docente di sassofono
▪️ 𝟮𝟯 𝗺𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝟮𝟬𝟮𝟱, ore 18–19 con Ettore Marchi, docente di liuto
▪️ 𝟮𝟰 𝗺𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝟮𝟬𝟮𝟱, ore 11–12 con Michele Fontana e Caroline Leigh Halleck
🎼 𝟮𝟬 𝗴𝗶𝘂𝗴𝗻𝗼 𝟮𝟬𝟮𝟱, ore 21.00 - *_Gran finale_*
Concerto Musica e Spirito diretto da Martina Drudi e presentazione al pubblico dell’opera di Filippo Zoli

👉 Ingresso libero 
📍 𝗣𝗿𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗹𝗼 𝘀𝗽𝗮𝘇𝗶𝗼 𝗲𝘀𝗽𝗼𝘀𝗶𝘁𝗶𝘃𝗼 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝗻𝘁𝗮 𝗠𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗔𝗻𝗴𝗲𝗹𝗼, via S. Maria dell’Angelo, Faenza
SABATO 17 ore 11-12 🔺

Prosegue 𝗠𝗔𝗧𝗘𝗥 di 𝗙𝗜𝗟𝗜𝗣𝗣𝗢 𝗭𝗢𝗟𝗜 a cura di Giovanni Gardini.
Un 𝗽𝗿𝗼𝗴𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗮𝗿𝘁𝗶𝘀𝘁𝗶𝗰𝗼 𝗽𝗼𝘁𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗲 𝗶𝗺𝗺𝗲𝗿𝘀𝗶𝘃𝗼 che intreccia performance visiva e musica dal vivo: sotto i nostri occhi nascerà il monumentale dipinto della Maternità.
Non perderti questo 𝗰𝗶𝗰𝗹𝗼 𝗱𝗶 𝗲𝘃𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝘂𝗻𝗶𝘀𝗰𝗲 𝗰𝗼𝗿𝗽𝗼, 𝘀𝘂𝗼𝗻𝗼 𝗲 𝘀𝗽𝗶𝗿𝗶𝘁𝗼, in collaborazione con i docenti della Scuola di musica Sarti Faenza e con l’Associazione Fattorini.

▪️ 𝟭𝟳 𝗺𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝟮𝟬𝟮𝟱, ore 11–12 con Innocenzo Oliva, docente di sassofono
▪️ 𝟮𝟯 𝗺𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝟮𝟬𝟮𝟱, ore 18–19 con Ettore Marchi, docente di liuto
▪️ 𝟮𝟰 𝗺𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝟮𝟬𝟮𝟱, ore 11–12 con Michele Fontana e Caroline Leigh Halleck
🎼 𝟮𝟬 𝗴𝗶𝘂𝗴𝗻𝗼 𝟮𝟬𝟮𝟱, ore 21.00 - *_Gran finale_*
Concerto Musica e Spirito diretto da Martina Drudi e presentazione al pubblico dell’opera di Filippo Zoli

👉 Ingresso libero 
📍 𝗣𝗿𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗹𝗼 𝘀𝗽𝗮𝘇𝗶𝗼 𝗲𝘀𝗽𝗼𝘀𝗶𝘁𝗶𝘃𝗼 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝗻𝘁𝗮 𝗠𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗔𝗻𝗴𝗲𝗹𝗼, via S. Maria dell’Angelo, Faenza
UN GRANDE APPUNTAMENTO

Arriva 𝗠𝗔𝗧𝗘𝗥 di 𝗙𝗜𝗟𝗜𝗣𝗣𝗢 𝗭𝗢𝗟𝗜 a cura di Giovanni Gardini.
Un 𝗽𝗿𝗼𝗴𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗮𝗿𝘁𝗶𝘀𝘁𝗶𝗰𝗼 𝗽𝗼𝘁𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗲 𝗶𝗺𝗺𝗲𝗿𝘀𝗶𝘃𝗼 che intreccia performance visiva e musica dal vivo: sotto i nostri occhi nascerà il monumentale dipinto della Maternità.
Non perderti questo 𝗰𝗶𝗰𝗹𝗼 𝗱𝗶 𝗲𝘃𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝘂𝗻𝗶𝘀𝗰𝗲 𝗰𝗼𝗿𝗽𝗼, 𝘀𝘂𝗼𝗻𝗼 𝗲 𝘀𝗽𝗶𝗿𝗶𝘁𝗼, in collaborazione con i docenti della Scuola di musica Sarti Faenza e con l’Associazione Fattorini.

📅 Date delle performance:
▪️ 𝟭𝟲 𝗺𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝟮𝟬𝟮𝟱, ore 18–19 con Andrea Cavina, docente di chitarra
▪️ 𝟭𝟳 𝗺𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝟮𝟬𝟮𝟱, ore 11–12 con Innocenzo Oliva, docente di sassofono
▪️ 𝟮𝟯 𝗺𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝟮𝟬𝟮𝟱, ore 18–19 con Ettore Marchi, docente di liuto
▪️ 𝟮𝟰 𝗺𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝟮𝟬𝟮𝟱, ore 11–12 con Michele Fontana e Caroline Leigh Halleck
🎼 𝟮𝟬 𝗴𝗶𝘂𝗴𝗻𝗼 𝟮𝟬𝟮𝟱, ore 21.00 - *_Gran finale_*
Concerto Musica e Spirito diretto da Martina Drudi e presentazione al pubblico dell’opera di Filippo Zoli

👉 Ingresso libero 
📍 𝗣𝗿𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗹𝗼 𝘀𝗽𝗮𝘇𝗶𝗼 𝗲𝘀𝗽𝗼𝘀𝗶𝘁𝗶𝘃𝗼 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝗻𝘁𝗮 𝗠𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗔𝗻𝗴𝗲𝗹𝗼, via S. Maria dell’Angelo, Faenza
UNA SERATA SPECIALE: MARIA, MADRE DI SPERANZA Giov UNA SERATA SPECIALE: MARIA, MADRE DI SPERANZA
Giovedì 15 maggio ore 21.00 al Museo Lercaro si terrà una serata di musica, preghiera e bellezza. Maria, madre di speranza: una serata di canti in onore della Madonna a cura del Coro Stelutis, diretto da Silvia Vacchi.
Un evento in collaborazione con l’Ufficio Catechistico e l’Ufficio Liturgico della Arcidiocesi di Bologna, in occasione del Giubileo della Speranza.

Ingresso libero fino ad esaurimento posti. 

Museo Lercaro
Via Riva di Reno 57, Bologna
ARTE IN MOVIMENTO 🎨 📆 Giovedì 15 maggio, or ARTE IN MOVIMENTO 🎨
📆 Giovedì 15 maggio, ore 18.00*

Tornano gli appuntamenti di Parole d’artista, dialoghi dedicati al mondo dell’arte, approfondendo il progetto Meccaniche della Meraviglia.

🔍 Una rassegna coraggiosa che trasporta l’arte contemporanea in dimensioni nuove e inaspettate, in un dialogo tra artisti affermati ed emergenti e il territorio.

🤝 Interverranno il direttore del museo Giovanni Gardini, Albano Morandi, artista e regista della manifestazione, Elena Scuri, curatrice di Meccaniche della Meraviglia, Antonio Violetta e Marco Pellizzola, artisti presenti in Meccaniche della Meraviglia.

📍 Museo d’Arte Lercaro, via Riva di Reno 57, Bologna
DOMENICA 11 Maggio ULTIMO GIORNO DI MOSTRA 🌍 DOMENICA 11 Maggio

ULTIMO GIORNO DI MOSTRA

🌍  MACARONESIA una personale di Giorgia Severi a cura di Andrea Lerda e Alberto Zanchetta in collaborazione con La Salita Madeira Art Gallery.

📍 orario: 10-13; 15-19
Museo d’Arte Cardinale Giacomo Lercaro, via Riva di Reno 57, Bologna

Ph Lorenzo Pasini
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LO SGUARDO DELLE NUOVE GENERAZIONI Nasce in colla LO SGUARDO DELLE NUOVE GENERAZIONI

Nasce in collaborazione con 𝗔𝗰𝗰𝗮𝗱𝗲𝗺𝗶𝗮 𝗦𝗮𝗻𝘁𝗮𝗚𝗶𝘂𝗹𝗶𝗮 di Brescia: 𝘿𝙤𝙢𝙖𝙣𝙞 𝙨𝙖𝙧𝙖̀ 𝙪𝙣 𝙜𝙞𝙤𝙧𝙣𝙤 𝙞𝙣𝙘𝙚𝙧𝙩𝙤.

Mostra collettiva che riflette sull’instabilità del presente e sull’idea di futuro come spazio fragile, indefinito, ma ancora possibile.⁠
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Gli studenti e le studentesse del II anno del biennio specialistico di Arti Visive Contemporanee portano a Bologna uno sguardo nuovo sull’incertezza, con opere che intrecciano 𝗹𝗶𝗻𝗴𝘂𝗮𝗴𝗴𝗶 𝗮𝗿𝘁𝗶𝘀𝘁𝗶𝗰𝗶 𝗱𝗶𝘃𝗲𝗿𝘀𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗿𝗮𝗰𝗰𝗼𝗻𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗼 𝘁𝗲𝗺𝗽𝗼.

Non perdere l’occasione di scoprirle!

📅 𝗜𝗻𝗮𝘂𝗴𝘂𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲: giovedì 8 maggio, ore 18:00
📍 Museo d’Arte Lercaro, via Riva di Reno 57, Bologna
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