Colui che vide l’angelo

La visione di Giovanni Angelopte
Giovanni Angelopte
Giovanni Angelopte, disegno dell'abito liturgico

Tra le mirabili visioni che nei secoli sono state tramandate nella nostra città c’è anche quella di Giovanni, vescovo di Ravenna alla fine del V secolo. Secondo la tradizione riportata da Andrea Agnello, il vescovo Giovanni, mentre celebrava nella basilica di sant’Agata, ebbe un’apparizione angelica che gli valse l’appellativo di angelopte, cioè “colui che vide l’angelo”. Si legge nel Liber Pontificalis:

«Dunque, mentre il beatissimo vescovo di Ravenna (…) cantava una messa solenne nella basilica di Sant’Agata, svolgendo tutto secondo il rito dei santi pontefici, dopo la lettura del vangelo e la professione di fede, i catecumeni, ai quali fu dato, videro cose meravigliose. Mentre il beatissimo cominciava a pronunciare le parole del canone e a fare sull’ostia il segno di croce, all’improvviso scese un angelo dal cielo e si fermò dall’altra parte dell’altare di fronte al vescovo stesso. Dopo la consacrazione, assunto il corpo del Signore, il diacono avrebbe voluto completare il servizio di levita, ma non aveva visto il calice da porgere. D’un tratto venne dall’angelo scostato e l’angelo stesso porse il calice sacro al vescovo (…). E l’angelo continuò a rimanere vicino al sant’uomo finché terminò la messa solenne».

Per secoli nel Duomo di Ravenna è stata conservata, al pari di una reliquia, una preziosa veste liturgica che la tradizione riteneva fosse appartenuta a questo vescovo: su di essa spiccano lune e aquile dorate. I più curiosi la possono ammirare al Museo Arcivescovile.

Giovanni Gardini

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