Nel Quadrarco di Braccioforte, accanto alla tomba di Dante, è custodito il sarcofago Pignatta, ricco di importanti iconografie. In uno dei lati minori è presente una splendida quanto particolare scena di annunciazione: Maria è raffigurata impegnata nell’arte della tessitura e tra lei e l’angelo dalle maestose ali compare un’ampia cesta dalla quale esce un prezioso filo purpureo. Questa iconografia, che a Ravenna compare anche in una formella della Cattedra d’avorio, trae ispirazione dalla tradizione apocrifa dove si racconta di Maria che al sopraggiungere dell’angelo Gabriele è intenta a tessere il velo del Tempio di Gerusalemme un gesto, questo, carico di presagi che unisce il tempo della nascita di Gesù a quello della sua passione. Secondo la tradizione, infatti, alla morte di Cristo proprio quel velo si squarcerà in due, da cima a fondo. Nel vangelo apocrifo dello pseudo Matteo leggiamo che «il terzo giorno, mentre con le sue dita lavorava la porpora, entrò da lei un giovane la cui bellezza era inesprimibile. Vedendolo, Maria ebbe paura e tremò. Ma egli le disse: Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te, benedetta tu tra le donne e benedetto il frutto del tuo ventre. All’udire ciò, tremò ed ebbe paura. Allora l’angelo del Signore proseguì: Non temere, o Maria. Hai trovato grazia presso Dio: ecco che concepirai nell’utero e genererai un re che non soltanto riempie la terra, ma anche il cielo, e regna nei secoli dei secoli».
Giovanni Gardini
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