L’arcivescovo Agnello

Agnello, successore di Massimiano, è stato arcivescovo di Ravenna nella seconda metà del VI secolo.
Iscrizione del vescovo Agnello, da Desiderio Spreti, XVIII secolo

Agnello, successore di Massimiano, è stato arcivescovo di Ravenna nella seconda metà del VI secolo. È lui il committente della processione dei santi e delle sante nella Basilica di Sant’Apollinare Nuovo che ha modificato i mosaici di epoca teodoriciana. Leggiamo nel Liber Pontificalis

«Dunque il beatissimo vescovo Agnello all’interno di questa città riconciliò la chiesa di S. Martino confessore, fondata dal re Teoderico e chiamata “Cielo d’oro”; decorò la tribuna e le due pareti con immagini musive di martiri e vergini che vanno in processione; sopra applicò stucchi dorati, rivestì le pareti di marmi diversi e compose mirabilmente a mosaico il pavimento. Se guardate all’interno la fronte della chiesa, troverete l’effigie dell’imperatore Giustiniano e quella del vescovo Agnello ornata di tessere dorate». 

Nel Museo Arcivescovile è conservata la sua iscrizione funeraria proveniente dalla Basilica di Sant’Agata:

«Agnello per virtù di Dio non ha perso il riposo del vescovo concesso per dono celeste. Ha ben conservato il tempio del suo corpo colui che ha meritato di conoscere la bramata pace della luce. Giusto con i santi risorge per il salvifico intervento di Cristo. Anche così per i suoi meriti gode chi tali cose ha compiuto. Qui riposa in pace l’arcivescovo Agnello, il quale governò per tredici anni, un mese e otto giorni, visse per ottantatre anni e fu sepolto il primo giorno di agosto, nella terza indizione».

Giovanni Gardini

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