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Le virtù di San Carlino
La Chiesa di San Carlino è un capolavoro del settecento ravennate. La sua fondazione, in realtà, è molto più antica e per come si presenta oggi è il frutto di una pressoché radicale opera di ricostruzione commissionata nella seconda metà del XVIII secolo dalla famiglia Dal Corno all’architetto e decoratore Domenico Barbiani, coadiuvato dallo stuccatore Giuliano Garavini.
Alla base della volta nella quale sono raffigurati i santi titolari del piccolo oratorio – Simone lo Zelota e Giuda Taddeo, Fabiano e Sebastiano – sono dipinte le virtù cardinali: giustizia, temperanza, prudenza, fortezza. L’iconografia, solitamente, le ha raffigurate attraverso altrettante figure femminili recanti immagini simboliche.
La giustizia è una donna che tiene in mano spada e bilancia; ad essa fa seguito la temperanza che regge una brocca dalla quale esce acqua, mentre nell’altra mano impugna una tenaglia che stringe un carbone ardente. La prudenzasi guarda alle spalle con uno specchio. La fortezza è simboleggiata da una giovane ancorata ad un tronco di colonna con un ramoscello in mano. A proposito di questa virtù scrive Cesare Ripa nell’Iconologia: «S’appoggia questa donna ad una colonna, perché delle parti dell’edifizio questa è la più forte, che l’altre sostiene». Non credo sia stato un caso che Domenico Barbiani abbia voluto porre la sua firma proprio ai suoi piedi: «Dominicus Barbiani architectavit et pinxit a. d. 1762».
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Le virtù cardinali nella chiesa di San Carlino a Ravenna
La Chiesa di San Carlino è un piccolo capolavoro del settecento ravennate. La sua fondazione, in realtà, è molto più antica – risale al 1062 – ma, per come appare oggi, è il frutto di una pressoché radicale opera di ricostruzione voluta dalla famiglia Dal Corno